10, 100, 1000 Nassiriya Il mi o amico Pino Scaccia ha segnalato che i soliti imbecilli hanno imbrattato il monumento ai caduti di Nassiriya. Mi sembra di risentire allora i cretini che, a dirla con Guareschi, hanno buttato il cervello all'ammasso e nei cortei urlavano "10, 100, 1000 Nassiriya", pensando di urlare chissà che cosa di originale. Ma quello che quei cretini non sanno è che ce ne erano a migliaia che, come me, il giorno dopo l'attentato avrebbero voluto partire per Nassiriya. Quello che quei cretini non sanno è che se ce ne fosse ancora bisogno non avremmo paura di pagare altre 10, 100, 1000 Nassiriya.
10, 100, 1000 Nassiriya
Ho anch’io qualche esperienza di missioni di pace all’estero (Centro
America, Bosnia Erzegovina, Afghanistan), ma non ci sono mai andato né come
invasore né come conquistatore. Non mi sono mai sentito un conquistatore. La
nostra Patria è una nazione che è sempre stata terra di conquista, di
invasioni, e i segni di quei dolori ce li portiamo sulla pelle, nella nostra
cultura, nell’arte, nella lingua, anche nel nostro modo di mangiare. Ogni
volta che sono partito per una missione di pace sono partito per fare la
pace, non la guerra. L’Arma dei Carabinieri non ha le capacità tattiche,
logistiche e operative per fare una guerra: siamo soprattutto forza di
Polizia. Quando sono partito per missioni di pace in terre straniere volevo
soltanto dare a quelle popolazioni la stessa possibilità che è stata data 65
anni fa a noi italiani: quella di scegliersi – in pace ed in libertà – il
proprio futuro. E lo stesso posso dire di tutti i Carabinieri che erano con
me. Sono andato - siamo andati e ancora andiamo - in quei posti con
l'intento di fare rispettare uno dei principi fondamentali della Carta delle
Nazioni Unite: il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
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